Storia
Il 19 aprile 1968, davanti al notaio Re un gruppo di laici credenti firma l’atto di costituzione dell'Associazione Santa Maria, associazione laica, perché composta da laici, civile perché costituita secondo le leggi italiane, in osservanza alla dottrina della Chiesa e in linea con il programma pastorale della Diocesi.
I fondatori: Dr. Carlo Bussi - Celestino Pelazza - Mirta Falcetto - Mario Colla - Paolo Colla - Marino Maggi - Dr. Giuseppe Indemini - Prof. Giorgio Marengo - Pietro Comotto - Antonio Burzio - Giacomo Fortina – Luigi Razzetti - Carlo Sesia.
Le finalità dell'Associazione sono quelle di sviluppare la propria attività nei settori tipici della San Vincenzo, dei pellegrinaggi, dell'evangelizzazione cristiana negli ambienti di lavoro: conferenze aziendali di San Vincenzo, gruppo pellegrinaggi, centro San Giuseppe gruppo sacerdotale.
Tutto questo impegno non scaturisce così come per un colpo di bacchetta magica, ma è la naturale conseguenza di un lavoro apostolico svolto con zelo e impegno personale da sacerdoti e laici iniziato nel periodo bellico e proseguito nel primo dopo guerra nell’ambito FIAT. (la prima Conferenza aziendale di San Vincenzo è quella della Grandi Motori fondata nel 1943).
Quasi contemporaneamente inizia l’opera dei Cappellani del lavoro che progressivamente si estende alla maggior parte degli stabilimenti Fiat in Torino e in Italia.
Grazie all’impegno di testimonianza dei laici, che collaborano attivamente con i Cappellani del lavoro, nel mese di maggio del 1957 si svolge il primo pellegrinaggio Fiat a Lourdes con la partecipazione di numerosi lavoratori (4 treni), del Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossati e dei massimi dirigenti Fiat capitanati dall’avv. Agnelli.
I pellegrinaggi continuano negli anni successivi con un crescendo di partecipazione di dipendenti e loro familiari tanto che si riesce anche a comporre più treni contemporaneamente con partenza da Torino e da Genova, per i partecipanti degli stabilimenti Fiat di fuori Torino.
Con il Concilio Vaticano Secondo, iniziato ad ottobre del 1961, alcune sensibilità si affinano e l’autorità religiosa della nostra diocesi, in accordo con alcuni cappellani che mal sopportano una dichiarata aziendalità dei pellegrinaggi, disconosce il pellegrinaggio dei lavoratori Fiat a Lourdes (l’ultimo pellegrinaggio Fiat è infatti del 1967).
E’ In questo contesto che, nell’aprile del 1968, nasce l’Associazione Santa Maria con le stesse finalità. Il lancio ufficiale dell’Associazione dovrebbe avvenire a Lourdes il 24 maggio 1968 ma, a causa dei disordini del “maggio francese”, il pellegrinaggio viene rimandato e, a ottobre, parte da Genova un treno di pellegrini mentre gli ammalati vengono appoggiati al treno bianco in partenza da Milano della Famiglia dell’Ave Maria. Infatti, Maddalena Carini, miracolata a Lourdes e fondatrice della Famiglia dell’Ave Maria, riconosce l’unità di intenti delle due associazioni e ne favorisce la collaborazione.
L’Associazione Santa Maria prosegue nell’opera di apostolato e di aiuto ai fratelli in difficoltà che trova una espressione particolare nell’organizzazione di pellegrinaggi verso Lourdes e verso altri santuari mariani.
Nel novembre del 1970 prende forma la sezione di Torino della nostra Associazione con il proprio Presidente (primo presidente rag. Vittorio Costa) e relativo Consiglio di presidenza.
Arriviamo al 1971, annus orribilis: 24 giugno decesso del dr. Bussi, 14 agosto morte del cav. Colla. E’ un momento difficile e viene nominato Presidente pro tempore il cav. Giacomo Fortina.
Vengono cooptati nel Consiglio i fratelli Piero e Giuseppe Bussi, Adriana Colla e nominati soci fondatori nella riunione del 23/10/1971. Viene nominata la nuova Presidenza; dr. Giuseppe Indemini Presidente e direttore Sanitario dei Pellegrinaggi; ing. Vaccaneo Vicepresidente, cav. Pietro Comotto segretario. Maddalena Carini, miracolata di Lourdes e fondatrice dell’Ave Maria, è nominata per acclamazione Presidente Onoraria dell'Associazione, riconoscendo in tal modo lo stretto legame che, fin dall’inizio, ha caratterizzato l’unità di intenti fra la Santa Maria e la famiglia dell’Ave Maria.
La nuova presidenza si propone la più cordiale collaborazione con i Cappellani del lavoro in armonia con le Autorità ecclesiastiche locali.
Sul finire degli anni ‘70 del secolo scorso, il cav. Comotto viene nominato Presidente dell'Associazione: carica che porta avanti con grande zelo, impegno personale e capacità organizzativa di grande spessore per molti anni, finché la salute lo accompagna.
È sotto la presidenza Comotto e con l’impegno della sezione di Torino che si implementano i pellegrinaggi ammalati a Banneux, tanto da arrivare ad organizzare un treno dedicato.
E arriviamo agli anni ‘80. Dopo un intenso periodo di riflessione, i Cappellani si avviano a modificare i loro statuti e a diversificare la propria missione: alcuni diventeranno Preti operai, altri continueranno il loro ministero in fabbrica pur tra mille difficoltà.
Anche la Santa Maria, che inizialmente si era estesa in molti stabilimenti Fiat in Italia e all’estero, poco per volta finisce per circoscrivere le propria azione quasi esclusivamente nell’ambito torinese, prendendo coscienza dell'opportunità di testimoniare il proprio impegno cristiano in tutti gli ambienti in cui siamo chiamati a operare, contribuendo in tal modo alla trasformazione dell’Associazione: non più esclusivamente rivolta ai lavoratori Fiat ma aperta a tutti coloro che sono in ricerca e, in modo particolare, rivolta agli ammalati.
Il gruppo della famiglia dell’Ave Maria di Milano coinvolge gli amici di Lesmo, di Vigevano, di Villa Cortese e di Torino: gruppi importanti di persone seriamente impegnate nell’apostolato e nella devozione a Maria Santissima che partecipano al pellegrinaggio a Lourdes apportando nuova linfa ed entusiasmo.
Altrettanto importante è la partecipazione del gruppo di Montà d’Alba, formatosi su iniziativa di Celestino Pelazza che riesce a suscitare nuove iniziative, dalla benedizione dei malati al Santuario dei Piloni alla partecipazione numerosa di malati ai pellegrinaggi.
Come riconosciuto dall’assistente ecclesiastico del momento, don Giovanni Lano, i due pellegrinaggi a Lourdes e a Banneux risultano di un notevole impegno e di un buon successo anche grazie a una seria preparazione del personale di servizio, damine e barellieri, che viene fatta durante l’anno mediante incontri periodici di studio e di preparazione spirituale.
La partecipazione ai pellegrinaggi di Lourdes e di Banneux cambia e si rivolge con il passaparola anche a persone che non sempre frequentano la chiesa e a persone che desiderano vivere una significativa esperienza spirituale o si trovano a passare un momento di difficoltà o di crisi.
Cresce l’avvicinamento di persone ammalate, di anziani ricoverati in case di riposo e, in modo particolare, cresce l’impegno nei confronti delle persone ricoverate presso la famiglia di Santa Elisabetta del Cottolengo per iniziativa di alcuni soci, damine e barellieri, che lì prestano servizio di volontariato.
A partire dalla metà degli anni ‘90 la Santa Maria rivolge il proprio sguardo ai bambini ammalati del settore oncologico dell’ospedale Regina Margherita (in seguito anche ai bambini malati dell’ospedale di Ciriè) proponendo il pellegrinaggio a Lourdes a queste famiglie così provate.
È un campo molto delicato che richiede molta sensibilità: un numeroso gruppo di damine, con grande generosità, avvicinano le famiglie e le seguono, se del caso anche economicamente, durante l’anno.
Il costo del pellegrinaggio di questi piccoli ammalati e dei loro familiari è sostenuto anche da un “Tombolone” che, con infaticabile impegno porta avanti Remo Ferro con la collaborazione di numerose damine le quali si dedicano anche alla vendita di torte casalinghe e all’organizzazione di tornei di carte.
Nel 1998 muore improvvisamente don Gianni Lano. E’ una perdita importante visto il peso dei suoi interventi e, soprattutto, per la familiarità e l’affinità spirituale creatasi tra Lui e tanta parte dei soci.
La trasformazione della Santa Maria, da proposta rivolta esclusivamente ai lavoratori Fiat ad apertura verso chi ci sta vicino, è codificata con un nuovo statuto che ha l’approvazione dell’Ordinario Diocesano il 18 giugno del 1999.
Nel 2000 il cav. Comotto lascia la presidenza e gli subentra Carlo Albertazzi che continua in questo impegno abbastanza gravoso, ma soprattutto di grande responsabilità, fino al 2011 anno in cui diviene presidente Marilena Comotto.
Nel 2007 viene a mancare Padre Giancarlo. L’importanza della presenza di padre Giancarlo meriterebbe un discorso a parte tanto è stato il bene che questo sacerdote ha fatto nella vita di tutti quelli che l’hanno conosciuto.
Alla direzione spirituale dell'Associazione, dopo la morte di don Lano, subentra prima don Sebastiano Galletto, assistente spirituale del Seminario Maggiore, e poi nel 2006 don Paolo Comba, che continua il suo prezioso servizio nei confronti della Santa Maria divenendo per molti un prezioso punto di riferimento spirituale.
Nel 2022 il Signore chiama a sé l’ultimo socio fondatore, Carlo Sesia, che tanto ha dato all’Associazione e il cui esempio è guida e sprone per il futuro.
Molto è cambiato nella Santa Maria dal giorno della Fondazione, ma restano immutati la devozione alla Vergine Santissima (che si chiami Madonna di Lourdes, Madonna Consolata, Maria Ausiliatrice, Madonna dei Poveri, e così via, e di cui l’Associazione è orgogliosa di portare il nome "Associazione Santa Maria") e il desiderio di testimoniare l’amore del Signore fra i fratelli, soprattutto tra i più bisognosi, gli ammalati e i più piccoli.
I fondatori hanno lasciato una grande eredità e un insegnamento importante: interpretandone lo spirito alla luce dei segni dei tempi, l’attenzione si rivolge ora alle persone bisognose di assistenza sia da un punto di vista psicologico che da un punto di vista economico in un'atmosfera familiare di attenzione e di rispetto per il singolo.
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